Il Prof. Andrea Castelletti del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria è tra gli autori della ricerca che ha vinto la sesta edizione del Premio Aspen Institute Italia per la collaborazione e la ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti. Lo studio, dal titolo “La pianificazione strategica delle dighe nel bacino del Mekong mitiga l’impatto dell’idroelettrico sul trasporto dei sedimenti”, è stato pubblicato su Nature Sustainability nel 2018 ed è stato realizzato da Castelletti insieme a Rafael J.P. Schmitt (Natural Capital Project, Department of Biology and the Woods Institute for the Environment, Stanford University, USA, dottorando del DEIB all’epoca della pubblicazione della ricerca), Simone Bizzi (Dipartimento di Geoscienze, Università di Padova, ricercatore post-doc del DEIB all’epoca della pubblicazione della ricerca) e G. Mathias Kondolf (Department of Landscape Architecture and Environmental Planning, University of California, Berkeley).
Lo sviluppo idroelettrico dei grandi bacini fluviali è un elemento centrale per lo sviluppo economico e sociale in molti paesi: le grandi dighe nel mondo generano circa un sesto dell'energia elettrica consumata e irrigano un settimo dei campi agricoli. Allo stesso tempo, però, alterano in modo significativo il sistema naturale dei processi fluviali perché́ ne modificano l'idrologia, ostacolano il trasporto dei sedimenti e frammentano l’ecosistema danneggiando, a volte irreparabilmente, l’equilibrio ecologico fluviale, deltizio e delle popolazioni riparie.
La ricerca vincitrice ha dimostrato che la pianificazione strategica delle dighe, considerando l'eterogeneità spaziale dei processi naturali nei fiumi e gli impatti cumulativi di più dighe, può ridurre notevolmente i loro impatti sui fiumi senza compromettere la generazione di energia e la produzione di cibo. Questa scoperta è stata ottenuta accoppiando un nuovo modello matematico per la valutazione degli impatti su larga scala delle dighe sui processi fluviali con strumenti per l'analisi decisionale multiobiettivo. Lo studio è stato condotto sul fiume Mekong, dove nei prossimi anni è previsto un forte sviluppo idroelettrico. La situazione attuale genera il 54% dell’energia idroelettrica pianificata riducendo la sabbia verso il delta del 91% rispetto ad una situazione senza dighe. A adottando un approccio strategico alla pianificazione per decidere dove costruire dighe e di che dimensione, sarebbe stato possibile produrre il 68% dell’energia pianificata riducendo il trasporto di sabbia solo del 21%.
La rilevanza di questi risultati apre importanti spazi di discussione per la pianificazione delle 3.700 grandi dighe che sono in attesa di costruzione nel mondo. Per evitare effetti catastrofici per l’ambiente e per la società in cui viviamo è fondamentale utilizzare strumenti di valutazione efficienti che mitighino il conflitto tra sviluppo energetico e transizione ecologica coniugando sviluppo e qualità ambientale, minimizzando gli impatti per gli ecosistemi e massimizzando i benefici per la società.
Immagine: © Thomas Cristofoletti / Ruom