Nato a Catania nel 1928 e scomparso a Milano nel 2022, Emanuele Biondi è tra i principali responsabili della diffusione e dello sviluppo della Bioingegneria al Politecnico di Milano e in Italia, nonché mentore di una stimata e attiva generazione di bioingegneri.
Già discepolo di Ercole Bottani, vero e proprio “padre fondatore” dell’attuale Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Emanule Biondi inizia ufficialmente la sua carriera di docente al Politecnico di Milano nel 1964, quando inizia a insegnare Elettrotecnica, prima come Professore Incaricato e successivamente, a partire dal 1967, come Professore Ordinario. Nel 1978 abbandona la cattedra di Elettrotecnica e diventa docente di Bioingegneria dei Sistemi Sensoriali, il primo corso di Bioingegneria in Italia. Da allora, tiene numerosi corsi innovativi inerenti all’Ingegneria dell’Automazione, alla Teoria dei Sistemi e alla Bioingegneria.
Oltre che alla sua attività di docente, l’eredità intellettuale di Emanuele Biondi è legata anche al suo ruolo di fondatore e direttore di diverse strutture di insegnamento e/o ricerca. In particolare, nel 1967 fonda e dirige per oltre vent’anni il Centro di Teoria dei Sistemi del Centro Nazionale delle Ricerche, fucina di studi e ricerche sulla Bioingegneria con le sue applicazioni alla salute e alla medicina, sulle teorie matematiche generali, sull’Economia, sull’organizzazione aziendale, sull’Automatica e, con un anticipo di oltre cinquant’anni, sull’ambiente e sugli effetti delle sue mutazioni. Queste ricerche danno un contributo fondamentale alla nascita dei corsi di laurea in Ingegneria Biomedica, Ingegneria Gestionale, Ingegneria dell’Automazione e Ingegneria Ambientale. Per alcuni anni, dirige anche il Laboratorio di Controlli Automatici del Politecnico di Milano.
All’inizio degli anni ’80 fonda il Gruppo Nazionale di Bioingegneria del CNR (ora Gruppo Nazionale di Bioingegneria). Nel 1982 fonda il corso di dottorato di ricerca in Bioingegneria presso il Politecnico di Milano, in collaborazione con le università di Genova, Padova, Pavia e Pisa (il primo in Italia insieme a quello nato nello stesso anno all’Università di Bologna). Già nel 1981 promuove la Scuola Annuale di Bioingegneria, che da allora si svolge tutti gli anni a Bressanone nel mese di settembre ed è giunta ormai alla sua quarantunesima edizione.
Nel 1990, lascia la direzione del Centro di Teoria dei Sistemi del CNR, assumendo, alla sua nascita, la direzione del Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano. Su sua iniziativa, nel 2000 nasce l’attuale corso di laurea in Ingegneria Biomedica. L’anno dopo il suo pensionamento, avvenuto nel 2003, ottiene il titolo di Professore Emerito e continua a tenere per diversi anni il corso di Bioelettricità e Biomagnetismo, trasmettendo i suoi insegnamenti a parecchie centinaia di giovani studenti.
Emanuele Biondi, nel corso della sua lunga carriera, è stato maestro di una squadra di ricercatori poi divenuti famosi in tutto il mondo e soprannominati affettuosamente “I magnifici sette del Prof. Biondi”. Si tratta di Francesco Brioschi, Adriano De Maio (rettore del Politecnico di Milano dal 1994 al 2002 e dell’Università LUISS di Roma dal 1992 al 1995), Luigi Divieti (scomparso nel 1994, a cui è intitolato l’omonimo laboratorio di analisi della postura e del movimento del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria), Guido Guardabassi, Arturo Locatelli, Sergio Rinaldi e Roberto Schmid (rettore dell’Università di Pavia dal 1988 al 2005).
Oltre ai “magnifici”, si riconoscono discepoli di Emanuele Biondi anche un grandissimo numero di docenti e ricercatori che hanno svolto e svolgono tuttora la propria attività nelle università italiane e nel CNR, e che hanno costruito e ancora contribuiscono a costruire la scienza e le fondamenta della Bioingegneria in Italia.