Osteoartrosi: un chip “mima” la malattia per ideare farmaci efficaci
9 settembre 2019
Sommario
È lo straordinario risultato ottenuto nel Laboratorio del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano MiMic (Microfluidic and Biomimetic Microsystems) da Marco Rasponi, coordinatore della ricerca assieme ad Andrea Barbero dell’Ospedale Universitario di Basilea. Un sofisticato chip delle dimensioni di una moneta in cui è possibile coltivare cartilagine e sottoporla successivamente a stimoli meccanici capaci di generare gli effetti dell’osteoartrosi (OA): infiammazione, ipertrofia e aumento dei processi di degradazione. Nella cartilagine “on a chip” si crea quindi un ambiente ideale in cui testare l’efficacia e i meccanismi di azione di farmaci, accorciando tempi e costi sperimentali e diminuendo la necessità di test su animali. La ricerca proseguirà, con il coordinamento del Politecnico di Milano, verso la modellizzazione dell’intera articolazione su chip, grazie ad un progetto di Fondazione Cariplo finanziato in risposta alla call “Ricerca Biomedica sulle malattie legate all’invecchiamento 2018”. Il titolo del progetto è “uKNEEque: a 3D microfluidic osteochondral model to investigate mechanisms triggering age-related joint pathologies and therapeutic effects of bioactive factors produced by nasal chondrocytes”. Il Politecnico di Milano è Coordinatore della ricerca. Lo studio è stato pubblicato su Nature Biomedical Engineering (https://www.nature.com/articles/s41551-019-0406-3).