Un microchip per combattere l'osteoartrosi
8 novembre 2019
Sommario
Un sofisticato chip delle dimensioni di una moneta in cui è possibile coltivare cartilagine e sottoporla successivamente a stimoli meccanici capaci di generare gli effetti dell’osteoartrosi (OA). Questo è lo straordinario risultato ottenuto nel laboratorio MiMic (“Microfluidic and Biomimetic Microsystems”) del Politecnico di Milano da Marco Rasponi, coordinatore della ricerca assieme ad Andrea Barbero dell’Ospedale Universitario di Basilea. «L’auspicio – spiega lo stesso Rasponi – è che avere ora a disposizione un modello in vitro maggiormente rappresentativo dell’OA possa rendere più efficaci le fasi pre-cliniche dello sviluppo dei farmaci: individuando precocemente il comportamento che una molecola avrà nell’uomo, riducendo l’utilizzo di modelli animali, e contribuendo finalmente alla scoperta di farmaci in grado diinvertire gli effetti della patologia». Estratto dall'intervista apparsa pochi giorni fa sul Giornale del’Ordine dei Biologi.