Uno studio sull'impatto dei decreti nella diffusione del COVID-19
16 aprile 2020
Sommario
Dall’inizio dell’epidemia al 25 marzo scorso, le restrizioni alla mobilità decise dal governo italiano hanno evitato il ricovero ospedaliero di almeno 200.000 persone e ridotto progressivamente la capacità di contagio del 45%. Sono i risultati di uno studio accettato il 10 aprile e in uscita sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS, realizzato da un gruppo di scienziati italiani di Politecnico di Milano, i proff. Marino Gatto e Renato Casagrandi, insieme all'Università Ca’ Foscari Venezia, all'Università di Zurigo, EPFL di Losanna e all'Università di Padova.
I ricercatori hanno realizzato il primo modello di contagio per l’Italia che tiene conto sia dell’evoluzione temporale dell’infezione nelle popolazioni locali che della loro distribuzione geografica, integrando gli spostamenti degli individui per raggiungere il luogo di lavoro, con una risoluzione a livello provinciale. Si sono serviti di censimenti Istat per stimare la mobilità prima dell’epidemia e di uno studio indipendente che ha sfruttato la geolocalizzazione dei cellulari per capire di quanto si è ridotta la mobilità con le restrizioni imposte. La mappa dei contagi risultante è stata poi confrontata con l’andamento reale dell’epidemia, riscontrando un’elevata accuratezza del modello matematico, che potrà quindi essere impiegato nello studio dei prossimi provvedimenti.
"I 200.000 ricoveri che sarebbero stati necessari senza restrizioni avrebbero sicuramente ecceduto la capacità degli ospedali. Possiamo concludere che le misure molto restrittive imposte a partire dal 10 marzo, il cui effetto abbiamo potuto osservare solo parzialmente nel periodo analizzato che si concludeva il 25 marzo, sono responsabili del calo nei contagi che osserviamo in questi giorni." sostiene Marino Gatto, professore di Ecologia del Politecnico di Milano e primo autore dello studio.
La ricerca dal titolo "Spread and dynamics of the COVID-19 epidemic in Italy: effects of emergency containment measures." è disponibile qui: tinyurl.com/ulcf4gs
I ricercatori hanno realizzato il primo modello di contagio per l’Italia che tiene conto sia dell’evoluzione temporale dell’infezione nelle popolazioni locali che della loro distribuzione geografica, integrando gli spostamenti degli individui per raggiungere il luogo di lavoro, con una risoluzione a livello provinciale. Si sono serviti di censimenti Istat per stimare la mobilità prima dell’epidemia e di uno studio indipendente che ha sfruttato la geolocalizzazione dei cellulari per capire di quanto si è ridotta la mobilità con le restrizioni imposte. La mappa dei contagi risultante è stata poi confrontata con l’andamento reale dell’epidemia, riscontrando un’elevata accuratezza del modello matematico, che potrà quindi essere impiegato nello studio dei prossimi provvedimenti.
"I 200.000 ricoveri che sarebbero stati necessari senza restrizioni avrebbero sicuramente ecceduto la capacità degli ospedali. Possiamo concludere che le misure molto restrittive imposte a partire dal 10 marzo, il cui effetto abbiamo potuto osservare solo parzialmente nel periodo analizzato che si concludeva il 25 marzo, sono responsabili del calo nei contagi che osserviamo in questi giorni." sostiene Marino Gatto, professore di Ecologia del Politecnico di Milano e primo autore dello studio.
La ricerca dal titolo "Spread and dynamics of the COVID-19 epidemic in Italy: effects of emergency containment measures." è disponibile qui: tinyurl.com/ulcf4gs