Un algoritmo per suonare insieme a 10.000 km di distanza
16 aprile 2020
Sommario
Fare musica insieme a 10.000 chilometri di distanza è oggi possibile, grazie alla capacità della rete e ad applicazioni che riescono a ridurre al minimo il ritardo nella comunicazione. Parliamo di Jacktrip, un software sperimentale realizzato dal Center for Computer Research in Music and Acoustics di Stanford insieme ai ricercatori del Dipartimento di Elettronica, telecomunicazioni e bioingegneria del Politecnico di Milano, guidati dal prof. Augusto Sarti, e del Dipartimento di Elettronica e telecomunicazioni del Politecnico di Torino.
L’applicazione si sforza di minimizzare il ritardo dovuto sia al tempo di processamento dell’audio sul computer, sia al trasporto dei dati. Ma il risultato non è garantito al 100%: alcuni pacchetti di dati che veicolano le note possono non arrivare a destinazione. Un ritardo minimo quindi sarà sempre presente, perché la trasmissione dei dati può essere compromessa dalla congestione della rete. E per far fronte a questo problema la ricerca si affida al machine learning: addestrare l’algoritmo a «predire» la musica che si sta eseguendo e, quando necessario, a sostituire i dati (le note, i suoni) dispersi. L’obiettivo è arrivare a sviluppare un’applicazione da utilizzare su larga scala. In futuro anche con i cellulari, sfruttando le capacità del 5G.
Per maggiori informazioni: https://www.corriere.it/scuola/universita/20_aprile_03/coronavirus-algoritmo-suonare-insieme-10000-km-distanza-f9cf49ac-7426-11ea-b181-d5820c4838fa.shtml
L’applicazione si sforza di minimizzare il ritardo dovuto sia al tempo di processamento dell’audio sul computer, sia al trasporto dei dati. Ma il risultato non è garantito al 100%: alcuni pacchetti di dati che veicolano le note possono non arrivare a destinazione. Un ritardo minimo quindi sarà sempre presente, perché la trasmissione dei dati può essere compromessa dalla congestione della rete. E per far fronte a questo problema la ricerca si affida al machine learning: addestrare l’algoritmo a «predire» la musica che si sta eseguendo e, quando necessario, a sostituire i dati (le note, i suoni) dispersi. L’obiettivo è arrivare a sviluppare un’applicazione da utilizzare su larga scala. In futuro anche con i cellulari, sfruttando le capacità del 5G.
Per maggiori informazioni: https://www.corriere.it/scuola/universita/20_aprile_03/coronavirus-algoritmo-suonare-insieme-10000-km-distanza-f9cf49ac-7426-11ea-b181-d5820c4838fa.shtml